01/01/2024 Il pomodoro è di origine americana ed è stato tra i primi prodotti a essere portato in Europa, ma non per questo la sua introduzione nella cucina è stata immediata. Tantomeno l’incontro con la pasta.
Compare nei ricettari italiani nel 1692, quando il marchigiano Antonio Latini, cuoco di corte del Viceré spagnolo a Napoli, pubblica una “Salsa di Pomadoro, alla Spagnuola” nel suo ricettario. La ricetta è semplice e interessante per l’influenza che avrà sulle preparazioni dei secoli successivi: i pomodori abbrustoliti sulle braci vengono pelati e tritati insieme a cipolla, peperoncino e timo, infine conditi con sale, olio e aceto. La salsa viene utilizzata per accompagnare in tavola i piatti di carne. Il riferimento alla Spagna del titolo della ricetta è dovuto al fatto che questo paese rappresentava la porta d’ingresso per i prodotti provenienti dalle Americhe e l’uso del pomodoro a tavola era già piuttosto diffuso rispetto all’Italia. La prima combinazione tra il pomodoro e la pasta la troviamo pochi anni più tardi nella Cucina Economicadi Vincenzo Agnoletti del 1803. L’autore descrive una zuppa, ovvero una minestra in brodo in cui la pasta di piccolo formato, viene prima “imbianchita”, ovvero sbollentata in acqua, poi cotta in brodo che può essere insaporito anche con sugo di pomodoro. La pasta prende il posto del più canonico riso, molto utilizzato all’epoca in questo genere di preparazioni.
Con gli spaghetti, i tortiglioni oppure le penne, il pomodoro si sposa con tanti tipi di pasta.
La puoi gustare tutti i giorni nel menu di Re oppure prova la ricetta qui.